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reggia di quisisana
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Inaugurato il 24 settembre 2020, negli storici ambienti della Reggia di Quisisana, il Museo Archeologico di Castellammare di Stabia, nuovo spazio museale dedicato all’esposizione di numerosi e prestigiosi reperti del territorio stabiano.
L’operazione, restituisce al patrimonio italiano il più antico sito reale borbonico – edificio simbolo che vanta una storia di oltre sette secoli – insieme a preziose testimonianze della vita quotidiana, in particolare quella che si svolgeva nelle ville romane d’otium (lussuose residenze finalizzate al riposo, del corpo e dello spirito, dalle attività e dagli affari) e nelle ville rustiche (simili nella concezione alle moderne fattorie), site in posizione panoramica con “vista” sul Golfo di Napoli.
Il Museo è intitolato a Libero D’Orsi che negli anni ’50 intraprese la riscoperta delle Ville Stabiane, già parzialmente indagate in età borbonica.
Numerosi i reperti in mostra, alcuni mai esposti prima in Italia, tra affreschi, pavimenti in opus sectile, stucchi, sculture, terrecotte, vasellame da mensa, oggetti in bronzo e in ferro.
Il percorso espositivo del museo, il cui progetto scientifico è curato dal Parco Archeologico di Pompei, si propone di offrire un quadro complessivo di Stabiae e dell’Ager Stabianus dall’età arcaica sino all’eruzione del 79 d.C.
Le prime sale sono dedicate alla storia della Reggia di Quisisana e alle ricerche archeologiche, con particolare attenzione agli scavi borbonici e a quelli di Libero D’Orsi.
Si prosegue con Stabiae preromana, illustrata da materiali votivi dal santuario in località Privati (metà IV-fine II sec. a.C.), riferibili al culto di una divinità femminile, e da corredi funerari dalla necropoli arcaica di Via Madonna delle Grazie (dalla seconda metà del VII sec. a. C. alla fine del III sec. a.C.).
Il periodo romano, fino al 79 d.C., è invece ricostruito attraverso un criterio espositivo crono- logico e topografico, con alcuni approfondimenti tematici.
Nell’area dell’odierna Castellammare di Stabia (Stabiae) sorgevano, in epoca romana, numerose ville d’otium in posizione panoramica, concepite prevalentemente a fini residenziali, con vasti quartieri abitativi, strutture termali, portici e ninfei splendidamente decorati.
Il percorso di questa fase storica prende avvio dalle celebri ville costruite sul pianoro di Vara- no, di cui si presentano gli straordinari apparati decorativi (in particolare affreschi e sculture): da Villa San Marco alla Villa del Pastore, dal Secondo Complesso fino a Villa Arianna.
La scelta di iniziare da Villa San Marco, che con una superficie di 11.000 mq. era una delle più grandi ville residenziali di Stabiae, è motivata anche dalla sua contiguità con l’antico centro urbano e si presta infatti ad illustrare il passo di Plinio sulla distruzione di Stabiae da parte di Silla nell’89 a.C.
Dopo la parte dedicata al pianoro di Varano, si presentano la villa del Petraro (comune di Santa Maria la Carità), importante complesso che ha restituito decorazioni in stucco provenienti da lussuosi ambienti termali, e quella di Carmiano (comune di Gragnano), cuore dell’allestimento permanente.
La villa di Carmiano è una delle circa 50 ville rustiche dell’ager Stabianus, un territorio con nume- rose piccole proprietà (ville rustiche con estensione tra i 400 e gli 800 mq ) adatte alla coltivazione della vite e dell’olivo.
In questa sezione, un approfondimento tematico dedicato all’alimentazione introduce il visitatore all’esposizione del triclinio di Carmiano: il tema del cibo, della sua preparazione e consumazione, è illustrato da vasellame da mensa in bronzo, terracotta e vetro, da vasellame da cucina ed anfore, che offrono uno “spaccato” su un momento importante della vita quotidiana, quale era quello della convivialità.
Dalla villa di Carmiano proviene un triclinio (sala da banchetto) le cui pareti affrescate sono integralmente riproposte al centro del percorso, con pitture di tema dionisiaco che richiamano la produzione del vino, attività principale svolta negli ambienti della parte rustica della residenza.
Lo straordinario carro in bronzo di Villa Arianna, esposto per la prima volta con i suoi finimenti, è lo spunto per approfondire le conoscenze sui lavori agricoli e sulle produzioni tipiche del territorio stabiano: il ricco campionario di attrezzi restituito dalle ville, insieme ad anfore e larari da ambienti rustici, chiude il percorso di mostra con il tema delle attività produttive che rendevano prospere le ville dell’area stabiana, e vesuviana in generale.
come arrivare
treno: Circumvesuviana Napoli-Sorrento (fermata Castellammare di Stabia), dirigersi verso Piazza Giovanni XXIII + Linea 5 (fermata Salita Quisisana)
auto: Autostrada A3 Napoli-Salerno (uscita Castellammare di Stabia), imboccare SS145 per 8,5 km (seconda uscita di Castellammare di Stabia), proseguire dritto su viale Europa, viale delle Puglie e via Panoramica. Girare a sinistra su viale Ippocastani (salita Quisisana)
La Reggia di Quisisana, a Castellammare di Stabia, fu costruita nel XIII secolo dai sovrani angioini come luogo di villeggiatura e di cura, ma fu solo con gli interventi condotti da Carlo III di Borbone tra il 1765 e il 1790 che il palazzo assunse l’aspetto attuale. Il complesso, che rispecchiava l’idea del “palazzo di caccia e villeggiatura”, ha una struttura ad elle così da godere da un lato di una splendida vista sul golfo e dall’altro di essere meglio collegato a Castellammare.
Nel periodo seguente anche il parco venne riammodernato e ingrandito sui modelli del giardino all’inglese con grandi viali, scale, fontane e giochi d’acqua che sfruttavano scenograficamente sia la ricca vegetazione delle pendici del Faito che le sorgenti d’acqua. La fama del Palazzo era tale da attrarre moltissimi viaggiatori e personalità straniere a soggiornare nell’area e il suo splendore ci è testimoniato dagli acquerelli e dalle incisioni di Hackert e Dahl nonché dalle vedute della Scuola di Posilippo.
Dopo alcuni decenni di abbandono, il palazzo è stato oggetto all’inizio del 2000 di un grande intervento di restauro terminato nel 2009 e che ha restituito l’antico splendore. Oggi il complesso è al centro di un grande progetto di valorizzazione sotto la direzione del Parco Archeologico di Pompei che lo ha reso sede del museo dedicato alle ricche ville romane di Castellammare di Stabia e dove sono stati esposti i magnifici affreschi e i reperti prima conservati all’Antiquarium.
Il palazzo ospiterà anche un grande deposito visitabile per far entrare il pubblico nel “cuore” del museo stesso e al contempo per ospitare i nuovi reperti delle ricerche scientifiche che sono state riavviate nel territorio.
Il sito è di proprietà del Comune di Castellammare di Stabia, che ha concesso parte dell’edificio in comodato d’uso al Parco archeologico di Pompei per i suoi fini istituzionali.