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Ercolano è stata seppellita da ventitré metri di depositi vulcanici dopo l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Furono i Borboni a riportarla alla luce, grazie ad un ritrovamento casuale effettuato in corrispondenza del teatro antico di Ercolano. Gli scavi offrono al visitatore la possibilità di osservare il tessuto urbano, la distribuzione delle case, il magnifico complesso termale, la sontuosa palestra e la monumentale basilica.
Il perfetto stato di conservazione dei legni, delle parti in bronzo e della facciata delle case restituisce un quadro completo sia dei vari stili della pittura vesuviana sia dell’edilizia residenziale che rievoca la precedente vita quotidiana.
Tra le più importanti testimonianze archeologiche della città: il Collegio degli Augustali, le Terme, la Casa di Nettuno, e Anfitrite, la Casa Sannitica e la spiaggia dove morirono più di 300 persone in cerca della salvezza.
Tra gli scavi archeologici spicca il sito minore di Stabiae
Ville d’Otium dove gli antichi proprietari romani venivano a rilassarsi e a godere delle bellezze del luogo.
Ancora oggi si può entrare nei salotti, nei soggiorni, negli atrii panoramici, ammirare il mare e il Vesuvio dalle stesse finestre a cui si affacciavano, camminare sugli stessi mosaici geometrici, labirintici, circondati da pareti affrescate di rosso, giallo, di azzurro, con farfalle, animali fantastici, e figure mitologiche.
Qui hai la sensazione di rivivere non tanto la tragedia dell’eruzione, che qui appare come una soave dormienza, ma la vita nel suo godimento del corpo e dell’anima!
Villa San Marco con una superficie di 11.000 mq., è una delle più grandi tra le ‘villae’ romane a carattere residenziale
Villa Arianna la più antica, deve il nome alla grande pittura a soggetto mitologico rinvenuta nella parete di fondo del triclinio, chiamata Dea Flora detta anche la Primavera di Stabiae, il cui dipinto è custodito presso il Museo Archeologico di Napoli